mercoledì 12 ottobre 2011

La squadra

Downgrading, Bunga Bunga, Bavagli e tutti i balli mascherati del cavaliere senza faccia e senza vergogna. Altro che “Eyes wide shut”! Bisogna stare con gli occhi ben aperti. Ma dove? Su Internet? Sui giornali? Dove posso reperire informazioni utili per trovare la mia collocazione? Persino l'esistenza di Wikipedia e' minacciata. Se leggo le notizie penso: “Ma sono talmente masochista da considerare la possibilita' di un rientro nel Belpaese?” Che faccio se torno in Italia, visto che non ci sono possibilita' per far ricerca? Perche' non si avverte l'esigenza di innovazione? Perche' l'Italia e' ricca di risorse umane valide che scappano all'estero? Non ci sono fondi o non li si vuole impiegare?
In UK i fondi ci sono. Ma e' anche vero che gran parte di essi vengono reperiti tramite le numerose organizzazioni di beneficenza. Diverse spedizioni nel Kilimangiaro, Cina..., maratone, feste in maschera, vendite di oggetti vari hanno l'obiettivo di raccogliere denaro. Ed e' la gente comune a prendervi parte o a contribuire come puo'. Ma se ci sono soldi, non c'e' lo spazio fisico per conservarli: case larghe come latrine, strade strette e ingorgate, mezzi pubblici e uffici sovraffollati Pur essendo disordinata, talvolta inorridisco a dover accatastare libri e documenti a fianco del monitor del computer nel mio ufficio e a dover leggere un documento sotto la tastiera perche' la mia scrivania sembra un comodino. Eppure il lavoro c'e', pur privato dello spazio vitale. Lavoro senza terra.
In Italia invece ce ne sarebbe di spazio che spesso non si sfrutta. C’e’ la terra e ci sono le risorse che si preferisce lasciare disoccupate. Pero' non voglio credere che il Paese sia destinato ad andare in default. In fondo in tutta la mia vita ho sempre sentito lamentele e luoghi comuni: il lavoro non c'e', i giovani non hanno futuro, non possono sposarsi e avere figli. Ho trent'anni, sono precaria, non sono sposata e non ho figli. Ma tranne il fatto di avere trent'anni, il resto l'ho voluto io o l'ho accettato. Ho scelto di iscrivermi al dottorato di ricerca pur sapendo che la carriera futura sarebbe stata un'incognita. Se invece esemplificassi una situazione collettiva allora tutti i miei coetanei sarebbero nelle mie condizioni. E invece, per fortuna. la maggior parte di loro ha gia' una famiglia a carico e anche un lavoro stabile, indipendentemente dal titolo di studio. Un altro luogo comune e' che gli italiani non lavorano. Gli impiegati in ufficio passano le giornate a navigare su Internet per uso personale, mentre quelli degli sportelli pubblici stanno tutto il giorno alle macchinette del caffe' o fuori a fumare la sigaretta. Semmai si puo' dire che gli italiani sono poco produttivi perche' lavorano tanto. Otto/dieci ore in ufficio sono troppe e se per caso in una giornata si ha meno da fare non si puo' uscire prima senza essere penalizzati, con il risultato che si e' meno efficienti perche' stanchi e annoiati. E lavorare negli sportelli pubblici e' stressante. La gente arriva, non vuole aspettare, urla, insulta il dipendente che ha come unica valvola di sfogo la pausa caffe' o sigaretta.
In UK invece si ha piu' flessibilita' di gestire i propri impegni e gli impiegati degli sportelli lavorano in un ambiente molto piu' tranquillo visto che tutti si incolonnano ordinatamente in fila e aspettano il proprio turno senza scannarsi. Ma i problemi ci sono anche qua. Il lavoro flessibile vuol dire spesso comunicare soltanto via mail in maniera non sempre efficace poiche' non ci si vede e si deve aspettare ore per avere una risposta. Inoltre si tende ad organizzare il lavoro in base ai propri impegni e non alle reali esigenze dell'ufficio e delle altre persone che ci lavorano. Inoltre, il fatto che il Paese possieda fondi non vuol dire che li investa bene. Anche qua si scavano le fosse per poi riempirle. La verita' e' che, a differenza dell'Italia, si tende a sopprimere ogni manifestazione di malcontento, come lo hanno dimostrato i tumulti accaduti quest'estate. L'Inghilterra bruciava. Poliziotti in ogni angolo, pronti ad arrestare e a ristabilire subito la normalita'. Ma va tutto cosi' bene allora? Sara' vero che l'euro morira' prima della sterlina? Non posso crederlo. Non c'e' una nazione che ha sempre vinto nella storia e nemmeno una che ha sempre perso. L'Italia al momento e' in difficolta', ma questo non vuol dire che e' destinata al tracollo. E se veramente la situazione fosse cosi' grave allora stare qui ad aspettare di vedere la tragedia sui giornali sarebbe come restarsene a casa tranquilli sapendo che un genitore e' ricoverato gravemente in ospedale.
Non ho mai pensato di appartenere ad un luogo e nemmeno alla mia nazione. Ho odiato il mio Paese, cosi' come ho odiato la mia famiglia. Mi sono allontanata da esso, cosi' come mi sono resa indipendente dalla mia famiglia. Ma vedere il Governo che fa disastri fa lo stesso effetto che vedere la tua famiglia che non sa gestire l'economia familiare. E cosa dovrei fare disinteressarmene e rimanere comoda sulla sedia oppure cercare di fare il possibile per aiutare? E' proprio vero che non potrei rendermi utile?
Ritornare in Italia vorrebbe dire rinunciare alla vita tranquilla che sto conducendo per lottare e arrabbiarmi. Vorrebbe dire lavorare quasi il doppio per essere pagata la meta'. Vorrebbe dire vivere in un posto dove un titolo di studio elevato non viene valorizzato ne' riconosciuto in alcun modo. Ma vorrebbe anche dire giocare nella squadra per cui si tifa.

2 commenti:

  1. Cara Ste, che domanda difficile la tua...
    Tutti, chi più chi meno, ce la stiamo facendo, come possiamo contribuire a migliorare le cose?
    Non credo esista una sola risposta, anche perchè in realtà non sappiamo come stiano realmente le cose.
    Nell'era della comunicazione e dell'informazione, non sappiamo quali notizie siano reali e quali no.
    Mancano fondi per la ricerca, dicono, ma sarà vero? Un noto ente di ricerca ha speso oltre venti milioni di euro per una sede, certamente bellissima ma certamente meno utile di quanta ricerca avrebbero effettuato con quei soldi in una sede magari più modesta.
    I comuni sono in crisi finanziaria, ma uno di essi è riuscito a spendere due milioni per la ristrutturazione di un asilo perchè hanno deciso di fare un ingresso tutto in cristallo.
    Hai ragione, i soldi ci sono, ma non abbiamo nessuna possibilità di verificarne l'utilizzo, e la razionalizzazione della spesa non vale per chi si costruisce l'equivalente di una piramide a propria imperitura memoria.
    Per anni, più di venti, ho lavorato negli appalti pubblici e di vergogne simili ne ho viste alcune e sentite molte.
    Non so dare alternative o soluzioni, ma di certo ogni piccola goccia serve a formare il mare.

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  2. Caro Sergio,
    buone osservazioni! Non esistono risposte assolutamente giuste o sbagliate e di certo il mio obiettivo non e' quello di darle, altrimenti avrei dovuto argomentare di piu' e toccare argomenti economici, politici...
    Il mio messaggio fondamentale e' quello di riflettere ed essere consapevoli del contributo che diamo, direttamente o indirettamente, allo sviluppo del paese con il nostro lavoro o con le nostre scelte. Infatti, a prescindere dalla professione, ognuno alla sua maniera manda avanti l'Italia: produce del reddito, genera ricchezza economica e non. Pensa per esempio al panettiere. E' vero che lui guadagna dalla sua attivita', ma e' anche vero che noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci venda il pane.
    Un altro esempio e' possedere una seconda casa. Se la si tiene sfitta non solo ci si rimette personalmente, ma si danneggia anche il potenziale inquilino che ha bisogno di una casa. Inoltre se il proprietario la affittasse ad un canone convenzionato aiuterebbe anche la persona che paga l'affitto, che magari e' uno studente e se non deve pagare cifre stellari puo' concentrarsi meglio negli studi perche' non costretto a lavorare per mantenersi. Di conseguenza puo' laurearsi prima ed essere prezioso capitale umano che, si spera, non arricchisca i paesi esteri che sanno valutare meglio i benefici futuri difficilmente quantificabili in termini economici.
    Ci si sente demotivati se lo Stato e' corrotto, ma non bisogna lasciarsi contaminare ed andare avanti.

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