domenica 26 gennaio 2020

TROPPO COMPLICATO


Dietro ciò che gli altri percepiscono come un nostro vizio, una nostra mancanza, un nostro errore, un nostro atteggiamento scorretto, si nasconde spesso qualcosa che per noi è troppo complicato da spiegare. E pertanto evitiamo di parlarne.

“È TROPPO COMPLICATO! L’altro non potrebbe capire” pensiamo. Ma di fatto è solo un alibi per rinchiuderci nel silenzio, custode di quel qualcosa che di fatto è TROPPO COMPLICATO e che non abbiamo capito nemmeno noi.

E piuttosto che provare a capire e a parlare di quel qualcosa troppo complicato spesso si appare come incapaci, scorretti, viziosi e persino sbagliati. Eppure l’unico sbaglio è soltanto quello di non voler scoprire questo troppo complicato e di tenerlo dentro una fortezza inespugnabile che impedisce di liberarcene come in realtà vorremmo, però ci rassegniamo che sia troppo complicato da stanare. 

Devo ammettere che tutto il tempo trascorso in cui non ho pubblicato un post ha nascosto qualcosa di TROPPO COMPLICATO per esser rivelato. 

Comunque di fatto non ho mai nascosto nulla e ne ho parlato con le persone interessate, che potevano cercare di aiutarmi a capire questo troppo complicato. Ma ciò che ne ho percepito è che non tutti vogliono ascoltare e capire il tuo TROPPO COMPLICATO e pertanto non sono in grado di aiutarti. E poiché tu sei stato sincero e trasparente a metter in evidenza il tuo TROPPO COMPLICATO non possono certo pensare che tu sia scorretto ed allora sorvolano la questione, facendo finta che non sia successo nulla perché troppo complicato poterla riconoscere e accettare.

Ed allora anche io ho reagito così, facendo finta che quel TROPPO COMPLICATO non esistesse e non sia mai esistito. “Se, pur facendolo notare, gli altri fan finta di non vederlo, allora perché dovrei vederlo anche io? E perché dovrei parlarne?” E perciò ho cercato di ignorare quel TROPPO COMPLICATO. 

Ci sono riuscita. Un anno pieno di impegni, senza più l’esigenza di analizzare ciò che ho dentro.

“Qualcosa di TROPPO COMPLICATO da dichiarare? No grazie” E sono andata avanti così, pensando andasse tutto bene. Ed è stato tutto perfetto o quasi: famiglia, lavoro, salute (questa un po’ meno, perché non sono riuscita ad evitare di andare dal medico in casi estremi, ma almeno ho scampato la “maledizione” anestetica degli anni passati, forse perché appunto ho cercato stavolta di evitare di tirare fuori i miei malesseri tranne i casi, appunto, di pronto intervento).

Però dall’inizio dell’anno questo TROPPO COMPLICATO si è rifatto sentire non appena mi sono fermata e ne ho sentito il peso. Non appena ho detto no ad extra lavori, impegni o qualsiasi cosa che mi distogliesse dal pensiero del TROPPO COMPLICATO. 

No, non posso ignorare il mio TROPPO COMPLICATO. Ignorarlo, vuol dire staccarmi dal mio essere interiore. Ignorarlo vuol dire continuare ad andare nella stessa direzione, senza capire dove voglio arrivare. Ignorarlo vuol dire vivere una vita all’apparenza perfetta, ma che nasconde all’interno un vuoto TROPPO COMPLICATO per essere visto, ma che c’è. Ignorarlo vuol dire evitare di risolvere i problemi all’origine ed andare avanti con la speranza che non degenerino e che nessuno ne noti le conseguenze.

Ed è per questo che mi ripresento. Analizzare e parlare del TROPPO COMPLICATO è l’unico modo per liberarsene e non spegnere la luce della consapevolezza.

lunedì 20 gennaio 2020

Il mutismo espressivo


La vita è un ostacolo se sei pigro:

diventa rosso ogni semaforo.

La vita è un ostacolo se sei attivo:

la salti agilmente ma sei fuggitivo.

La vita è amara se sei povero:

non puoi permetterti nemmeno lo zucchero.

La vita è amara se sei ricco:

non trovi più soddisfazione essendo già al picco.

La vita è pesante se non hai un filo di grasso:

non puoi avanzare di un ulteriore passo.

La vita è pesante se hai grasso che cola:

muoversi è difficile e su tutto si scivola.

La vita è faticosa se sei maggiordomo:

devi fare il servo di un altro uomo.

La vita è faticosa se sei il padrone:

sei responsabile di qualsiasi decisione.

La vita è complicata se sei un bambino:

diventa un dramma se ti rubano un panino.

La vita è complicata se sei adulto:

ogni sentimento lo rendi occulto.

La vita è vana se hai un obiettivo:

dopo che lo consegui non ti senti più vivo.

La vita è vana se ti manca un obiettivo:

di fronte a tutto ti senti passivo.

La vita è lunga se ti alzi presto al mattino:

non ti basta un solo cappuccino.

La vita è lunga se ti alzi quando è sera:

lunghe son le notti e il buio la rende nera.

La vita è breve se vivi solo:

arrivi a casa e pensi “un altro litro me lo scolo”.

La vita è breve se hai figli:

un istante senza loro e ti accipigli.

L’intensità e la forma dipendono dalla tua condizione,

ma è il peso dell’esistenza è presente  in ogni situazione.

Con questi miei versi ritorno occasionalmente a scrivere dopo più di un anno di assenza in cui son successe molte cose, ma di fatto non è cambiato nulla. Ora che mi fermo a pensare e a scrivere di fatto non succede nulla, ma cambia tutto: esco dal mio mutismo espressivo.