mercoledì 22 luglio 2015

Eco-logiche confuse

Faccio una pausa dalla mia storia per riflettere su soluzioni ecologiche per crescere i bambini, tema proposto dal progetto di Bambino Naturale.

Penso sia veramente difficile fare considerazioni e comparazioni. Spesso infatti ci si nasconde dietro credenze e ideologie per far fronte alla mancanza di corrette informazioni, fondamentali nella valutazione dell'impatto ambientale delle nostre abitudini.

Per esempio i pannolini lavabili. All'inizio pensavo di usarli anche io. Ma poi mi sono posta la seguente domanda: “Se devo usare di più la lavatrice solo per i pannolini sporchi, è vero che inquino di meno?” L'elettricità inquina, i detersivi pure e se non uso la lavatrice a pieno carico può anche darsi che inquini di più. E poi, ci sarà un numero di pannolini usa e getta massimo al giorno il cui impatto eguaglia l'uso dei pannolini lavabili? Diciamo che poi alla fine ho optato per quelli usa e getta, in primo luogo per la praticità e poi perché non avendo un aiuto domestico in casa non volevo sottrarre attenzioni alla bimba per un lavoro in più di cui non è assicurato oggettivamente il minore impatto ecologico (a questo punto rimanderei anche al link di Altroconsumo). Infatti quello che mi ha fermato è stato anche il dubbio di riuscire a far asciugare al sole i pannolini nella stagione invernale.

Penso che per ridurre al minimo l'impatto ambientale occorra invece ridurre i consumi: comprare il minimo indispensabile (e qui bisogna essere molto onesti con sé stessi e interrogarsi su ciò di cui si ha veramente bisogno), riutilizzare gli oggetti se ancora non sono rotti o funzionano, comprare articoli di seconda mano, usare l'auto il meno possibile (in famiglia non la possediamo nemmeno e ci spostiamo a piedi o usando i mezzi pubblici), fare le pulizie usando la scopa manuale anziché l'aspirapolvere. Usare l'aceto anziché i prodotti chimici è più salutare e riduce l'impatto ambientale a meno che non se ne usi un litro per volta (al posto di pochi spruzzi di prodotto chimico).

Anche usare salviette lavabili può non essere ecologicamente migliore di quelle usa e getta, per le stesse ragioni dei pannolini (io comunque uso raramente le salviette usa e getta, limitandomi ad acqua e cotone).

Inoltre riparare e autoprodurre non garantiscono risparmio ecologico. Dipende infatti dai prodotti impiegati. Per esempio, se per riparare un vecchio gioco devo usare barattoli interi di colla, questo può inquinare anche di più di comprarne uno nuovo. Se evitare il “baby food” industriale è preferibile per la salute del bambino, preparare le pappe con quinoa o cereali provenienti dall'altro capo del globo potrebbe anche avere un impatto ambientale superiore.
Discorso analogo nell'acquisto dei prodotti a km zero. Se per acquistarli dal produttore facciamo km in auto, mentre magari abbiamo il mercato rionale sotto casa, non è detto che l'impatto ambientale sia minore.

In definitiva non dipende da cosa usiamo e compriamo, ma come lo usiamo e in che quantità. E anche se usiamo un prodotto con parsimonia, per il fatto che lo acquistiamo senza sapere quanto inquinamento c'è dietro la sua produzione e la distribuzione, è difficile stabilire se le nostre scelte siano davvero così ecologiche. Dovremmo avere più informazioni trasparenti o essere ingegneri. In mancanza, si cerca di colmare l'ignoranza con il buon senso individuale, che non deve lasciarsi influenzare da etichette e luoghi comuni che ci assolvono dal pensare se le nostre abitudini inquinino di meno, soltanto perché qualcuno dice che sono scelte ecologiche.

Ringrazio tutte le altre blogger per i loro contributi e per le loro scelte che condivido. Anche io autoproduco il più possibile evitando sprechi, ma quando vado a buttare la spazzatura mi chiedo sempre se posso migliorare, nei limiti delle mie possibilità. Spero che la mia riflessione si riveli utile. Tornerò presto a parlare di me (col permesso di mia figlia che ultimamente sta monopolizzando il mio tempo).