domenica 16 settembre 2018

De-generazione

Vedo la società degenerare e sono contenta di poter morire prima che si autodistrugga.

Però poi penso a mia figlia e son triste per lei che dovrà vivere in "condizioni sociali" peggiori di quelle in cui ho vissuto io. Tuttavia lei è nata in questa epoca e in fondo non ne conosce una migliore o una diversa. Per lei esiste solo la situazione attuale e ne percepisce la gioia di viverci.

Probabilmente è troppo piccola per rendersene conto. Anche io alla sua età non conoscevo la cattiveria, l'ipocrisia e quant'altro. Non pensavo che le persone potessero agire diversamente dai propri reali intenti, che credevo nobili per natura o maturazione interiore.

Non appena ho iniziato a percepirne i vizi allora ho cominciato a pensare che  forse anche i tempi stavano cambiando e sono partita da lì per valutarne il peggioramento. L'epoca in cui ero nata per me era la guida, il punto di partenza. Mentre forse mio padre percepiva l'inizio degli anni ottanta come l'inizio di un processo di distruzione dopo la ricostruzione del dopoguerra. Quindi anche mio padre, ad un certo punto della sua vita, ha percepito la degenerazione della società e la preoccupazione per il mio futuro.

E allora concludo che tale degenerazione in fondo è solo una distorsione della percezione sociale, una deviazione dall'epoca in cui siamo nati, una sorta di disillusione da un mondo incantato che è la realtà che abbiamo visto quando siamo nati.

Quindi di fatto più che di degenerazione si tratta di cambiamento che si percepisce in termini negativi dal momento in cui si cresce, o peggio, si invecchia. Quando si è piccoli si pensa: "ma come facevano prima a vivere senza quello o questo?". Quando ci si rende conto che i tempi cambiano allora si pensa: "però era meglio quando si viveva senza queste nuove cose. Se ne apprezzavano altre." 

Il fatto è che l'epoca in cui siamo nati è il nostro punto di partenza, è la nostra guida, ogni deviazione da esso fa paura ed è percepito negativamente.  E dal momento in cui si percepisce che la società è un ammortizzatore sociale degli istinti animali individuali, ad ogni suo cambiamento si teme per la sua rovina. Se si evolve la società l'uomo cambia marcia o mette il freno. L'uomo guida, in funzione delle direttive sociali.

E se la società ci dirige verso la disumanizzazione, solo ribellandoci ad essa resteremo umani. Ma in fondo non ci sarà mai una vera autodistruzione sociale perché la degenerazione è soltanto una percezione soggettiva e se la società va alla deriva, troverà un modo per stabilizzarsi. E' soltanto che io non vorrei seguire la sua rotta.

domenica 2 settembre 2018

L'anestesia della realtà

La realtà ti rivela. La poesia ti nasconde o ti inganna. Di fronte ad una merda, la realtà ti dice che quella è una merda. La poesia invece osa dire che quello è comunque cioccolato, pur se appare trasformato. La realtà è spietata e non ha sentimento. Di fronte all'ennesima sfortuna, ti ripete che sono solo incidenti che capitano. La poesia invece trasforma ogni sfortuna che si perpetua in un rituale esoterico. Ogni episodio diventa il termine di una stessa maledizione, in successione, con una precisa ragione sconosciuta, negativa o positiva. Ma se la ragione è incognita, a discrezione, la maledizione diventa una benedizione. Un'eucarestia ad ogni messa. E l'eucarestia del poeta, è l'anestesia della realtà.

La poesia inganna, ma non ruba. Non sottrae nulla alla realtà, ma la trucca, la decora. Se qualcosa è negativo, la poesia compie comunque “un'operazione matematica”, trasformando quel numero in positivo. Dietro quella trasformazione di fatto c'è la moltiplicazione per un numero negativo. Ma focalizzandosi sul nuovo numero trasformato, la poesia ti fa dimenticare l'operazione che c'è stata dietro.

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Ti avevo perso, Schwanden.”

Eppure sono sempre qua.”

Già, allora io mi ero persa. O meglio, sono stata catturata.”

E da chi?”

Da facili lusinghe che mi hanno fatto deviare. Diverse situazioni. In particolare sul lavoro. Ho ricevuto diversi complimenti e la motivazione di scrivere nuovi articoli scientifici mi ha fatto lavorare più di quanto avrei voluto.”

Ahhh! Ti ha fatto deviare dal bighellonare?”

Smettila... Più che altro dal dormire, dal mio focus di ricerca, dai miei progetti personali e da te, dall'esprimere i miei pensieri. Sia chiaro, qua retribuiscono tutto e mi hanno aumentato la percentuale. Adesso ho un attimo di tregua, per parlare ...”

Io credo che sia di nuovo “la maledizione” a darti un attimo di tregua. Ultimamente hai adrenalina a livelli troppo elevati. E solo un malessere ti può fermare. Tu credi di avermi perso, ma io continuo a seguirti. So tutto e ho intuito tutto.”

E' proprio questo in fondo che mi ha fermato. L'utilità di parlarti. Se sai già tutto, è inutile raccontare.”

Io so, ma non posso parlare. Se potessi parlare sarebbe inutile che parlassi anche tu.”

Difficile seguirti, non ti ricordavo così.”

Io sono come la tua mente. La tua mente conosce tutti i tuoi pensieri. Ma la tua mente non parla da sola e non realizza nulla di concreto se tu non agisci. E' l'azione a render grande un pensiero e non il viceversa.”

Schwanden, quest'anno, non è ancora finito, ma posso dirti che è un anno di contraddizioni. Di confusione, di smarrimento, di caduta da una parte, ma dall'altra di ascesa, di riconoscimenti e di traguardi. E' un anno di forza e di debolezza allo stesso tempo. Di impegno, ma anche di disinteresse. Giorni in cui mi lancio in nuove sfide e altri giorni in cui retrocedo. Ho bisogno di incoraggiamenti in fondo. Ho intrapreso nuovi progetti solo perché qualcuno mi ha spronato. Ma quando sto male l'unico incoraggiamento è la speranza che domani le condizioni siano migliori. Perché è un anno di vitalità, ma anche di abbattimento. Un anno di cui non sento l'esigenza di parlare, o meglio scrivere, ma in fondo è un anno in cui, a maggior ragione, avrei bisogno di parlare.”