giovedì 26 gennaio 2017

FIRE

Mia madre diceva che io non passavo gli esami, li fumavo. Ridevo, e lei precisava che li fumavo come se fossero sigarette. Credeva infatti che per me fosse facile passare un esame e ottenere il massimo dei voti. Adesso le risponderei: There's no smoke without fire. Non c'è fumo se non accendi il fuoco. E io di fuoco ne avevo, però anziché fumarmi solo l'esame, spesso mi fumavo anche il cervello. Adesso rido se ripenso al mio comportamento passato. Avrei potuto fumare con molta disinvoltura l'esame, mentre l'ossessione di eccellere, di competere con me stessa mi faceva fumare la testa e non solo.

Da quando ho abbandonato questo atteggiamento, tutto sembra venirmi incontro, tutto sembra facile, proprio come diceva mia madre. Mi fumo tutto: la prova di tedesco, la gestione delle persone contattate e di quelle da contattare, i colloqui di lavoro ...”

Colloqui di lavoro?”

Già, Schwanden, e, per ironia della sorte, lavorerò ad un progetto che ha FIRE come acronimo. Ho contattato il responsabile dicendo che trovavo il progetto molto interessante e gli ho proposto di integrarlo al mio, quello di medicina narrativa di cui ti avevo parlato.
Il responsabile mi ha risposto dicendo che al momento non prevede tale integrazione, ma è rimasto colpito dalla mia iniziativa e mi ha proposto di lavorare ai loro progetti.

Non voglio fornire i dettagli, mi limito a dire che farò ricerca e analisi statistica dei dati provenienti dai medici di base. Infatti, a differenza dell'Italia, nei centri medici di base si svolgono analisi di laboratorio, check up completi, elettrocardiogrammi, ecografie, medicazioni, piccoli interventi, trattamenti somministrati per endovena (flebo) … Perciò si possono ottenere molte informazioni riguardo la salute dei pazienti. Il centro universitario dove lavorerò si occupa di gestire in forma anonima e centralizzata i dati provenienti da tutti i centri medici che aderiscono al progetto.

Io avevo proposto invano di introdurre i diari dei pazienti nei centri medici, ma ci riproverò. Nel frattempo sto valutando anche altre possibilità. Infatti il lavoro che ho trovato mi occuperà praticamente un giorno alla settimana. Quindi potrei tentare di portare avanti il mio progetto con i possibili interessati che devo ancora incontrare.

In linea con i miei valori, non vorrei lavorare troppo per non trascurare mia figlia. Per ora, continuerà ad andare al nido solo due giorni interi alla settimana.

Comunque non avevo alcun dubbio che, emigrando, nessuno avrebbe avuto pregiudizi ad assumere una persona che è stata a casa più di due anni per badare alla figlia. Qui è considerato ragionevole ed è anche possibile trovare un lavoro, non solo part-time, ma anche part-part-time, come il mio.

In fondo, sai, il lavoro deve servirmi principalmente per darmi un ruolo e valorizzarmi. Riguardo allo stipendio, non ho particolari pretese. Quindi mi basterebbe lavorare tanto da compensare la spesa per il nido di mia figlia.

Non bisogna aver nessuno scrupolo nel realizzare le proprie ambizioni e/o la propria vita; se questi a volte non coincidono con le esigenze del mercato, non bisogna certamente rinunciarvi e adeguarsi. Se nel posto dove vivi non ci sono le condizioni per vivere come vorresti, basta spostarsi. Il mondo è grande, offre diverse possibilità. Certo, per trovare il luogo adatto ci vuole anche un po' di fortuna. In mancanza, serve solo più tempo. E soprattutto costanza, nel contattare persone, i diretti interessati o chi potrebbe aiutarti.

Tornando al discorso che stavo facendo, ho abbandonato l'atteggiamento di chi vuol riuscire ad ogni costo. E' vero che il fine è quello di realizzare un obiettivo. Ma se pensi alla destinazione finale durante il cammino, ti perdi il gusto della sfida, del viaggio, del percorso, ti perdi il piacere: come se mentre fumi pensassi già al mozzicone che getterai, l'unica cosa che di quella sigaretta rimarrà.

In ogni caso, Schwanden, se le cose non devono riuscire per causa di forza maggiore non riescono e basta, indipendentemente dal tuo comportamento. Se vivi stressato o rilassato è vero che è più facile ammalarsi nel primo caso, ma è anche vero che alla fine le malattie si contraggono comunque. Ciò che veramente cambia è la prospettiva con la quale si affrontano le vicende. Scegliendo lo stile di vita di una persona non stressata, tutto diventa più facile da sopportare. 

Schwanden, non farti strane idee, la malattia era un puro esempio. Mi è ancora oscuro cosa di fatto mi sia accaduto, ma adesso non ho più ragione di andare dal dottore come paziente, e di continuare a parlare di quella storia, visto che le ultime analisi erano perfette. "