mercoledì 25 luglio 2012

Nostalgia perversa


Ciao sono la nostalgia londinese.

Ehi, ciao. Mi sorprende la tua candidatura spontanea, visto che non ti ho chiamato. Mi spiace ma al momento non ho possibilità di inserimento nel mio animo.

Lo so, ma io il bisogno lo creo. Ti tormenterò fino a quando non mi assumerai.

Mi spiace, ma stavolta perdi tempo ed io non ho fondi. Sai come siamo messi qua!

Sei sicura? Io sono perversa, ma anche razionale, pragmatica. Ti convincerò ...

Sentiamo allora. Perchè dovrei riconoscere di provare nostalgia? Di Londra poi!

Beh non puoi negare che ti incuriosivano le “stranezze” che vedevi in giro, ti affascinava la multietnicità, il fatto che potevi mangiare cibo da tutto il mondo, potevi vestirti come volevi ...

Guarda che anche qua faccio ciò che mi pare, a misura di sguardi della gente. Per la multietnicità, basta  andare in certi quartieri della città. Certo, non è la stessa cosa, ma ci si può accontentare. Per le “stranezze”, se a Londra le vedevo, qua le immagino e sai di cosa sono capace ...

Ti mancano forse il caffè AMT e suoi derivati?

Non mi sembri tanto intelligente. Ah scusa! Dimenticavo! La tua è ironia inglese.

Ok, Veniamo ad argomenti seri. Ora stai facendo lo stesso lavoro nella tua città natale. Ma non ti pagano. Non è che ti manca la sterlina?

Good point! No ... Ho più nostalgia della lira, di quando ancora c’era mio padre. Non ha sopravvissuto abbastanza da toccare con mano un euro, anche se ne ha annusato il profumo dal forno bancario. Oh scusami! Non ti piacciono le divagazioni. Torniamo al punto. L’ambiente dove lavoro mi piace. Le persone sono umane, simpatiche e competenti.

Mi sorprende la tua ingenuità. Come fai a decantare la loro umanità se non ti pagano? Che strana simpatia questi italiani!    

Senti, se non mi pagano non è colpa loro. Al momento non ci sono fondi disponibili perchè in Italia certi privilegi irrinunciabili costano allo Stato troppi soldi. Mica si può peggiorare la condizione di chi sta già bene, no? Meglio abortire feti precari o potenziali di innovazione. D’altronde tu, da inglese, metteresti al mondo un figlio se questo volesse dire rinunciare alla possibilità di comprarti l’ultimo modello iPad e di poterlo comprare al nascituro?

Ma allora tu stai servendo il privilegio? Lavori per mantenerlo?

Io non servo nessuno. Io sono un feto che vuole nascere, nonostante lo vogliano abortire. Sento che devo nascere, anche se non possono mantenermi. Mi nutrirò con i miei mezzi. Mi basta poco per vivere.

Allora se non sarà aborto,sarà suicidio. Meglio che scendi in piazza a far la rivoluzione e ti fai arrestare, almeno mangerai gratis.

E’ assurdo! Tutti i privilegiati o gli stranieri non viventi in Italia ci incitano a far la rivoluzione. Questo mi fa riflettere sul loro potere: possono pure permettersi di prenderci in giro, tanto sanno che pure fingendo di appoggiarci manterranno il loro privilegio. Ed io dovrei farmi arrestare inutilmente per confermare la loro inespugnabilità? Quello non solo sarebbe suicidio, ma anche omicidio della mia famiglia!

E allora cosa vuoi fare? Lo sai che in Italia l’unico privilegio che difficilmente si può mantenere è l’intelligenza.

Beh! In tutta onestà nemmeno a Londra la mia intelligenza era così valorizzata. Anche se mi trattavano bene.

Vedi, riconosci che in fondo a Londra non stavi male. Certo, dicevi che ti mancava la vita sociale italiana. Ma adesso tendi di nuovo a isolarti, a chiuderti. Ti stanno pure venendo i rigurgiti anti-italiani. Sei tornata per le persone che ami. Ma le persone che ami finiranno per odiarti nel vederti ridurre in uno stato pietoso. E tu finirai per odiarle e attribuir loro la responsabilità di averti rovinato.

Mi stai tentando, anche se ti sbagli! Non ho mai ritenuto nessuno responsabile delle mie scelte. Ma, cosa mi proponi?

Io sono la nostalgia londinese. Non la passione, la spinta rivoluzionaria, patriottica ... Lascia di nuovo l’Italia. Salvati il cervello!

Londra è stata una bella esperienza. Rimpiango alcune cose, ma soltanto perchè le ho sentite parte di una mia vita, anche se di una vita in esilio. Oltre al mio dialogo quotidiano con il Tamigi, in particolare, c’è una giornata che vorrei rivivere, ma di fatto quella giornata ha un legame con l’Italia. Il resto di ciò che rimpiango è piuttosto superficiale e facilmente sostituibile, grazie al mercato globalizzato.  Comunque a Londra non ci tornerei. Sono troppo burocratici.

E allora perchè non vai in Francia o in Germania?

Servire un altro paese ricco? No, grazie...

Ma almeno lì potresti vivere.

Vivere come? Facendo la stessa vita, ma usa e getta, senza poter costruire nulla di stabile, senza parenti, casa propria o senza poter aiutare nessuno?

Ma almeno la tua intelligenza sarebbe ben investita.

Diciamo che sarebbe soltanto ben retribuita. In realtà la mia intelligenza sarebbe ben investita se emigrassi in un Paese povero.

Beh! In Italia siamo sulla buona strada.

Ti sbagli! L’Italia è un Paese di falsi poveri. Altrimenti apprezzerebbe e riconoscerebbe la mia buona volontà e voglia di “sporcarmi le mani”  (di terra da lavoro, non di sangue o denaro sporco). E invece, no! Decidono per me: se non possono garantirmi la paga e il prestigio che avevo nel lavoro precedente allora mi lasciano a casa. E sappiamo tutti che i redditi inglesi non sono paragonabili a quelli italiani. E quindi mi impiego nel volontariato, sicura che qualcosa accadrà.

Sei solo una sciocca.

Sei solo nostalgia, che ti spiace di non aver vinto questa volta.

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