domenica 4 novembre 2012

I have a need ...


Finchè c’è vita c’è ... bisogno. Eppure capire e soddisfare i propri bisogni non è così semplice.
Sembra banale rispondere alla domanda: “Di cosa hai veramente bisogno?” Ma la risposta non è immediata. Ho bisogno di tante cose, ma se dovessi sceglierne una, quale sceglierei? E sarà vero che ho bisogno di tante cose oppure queste tante cose in realtà fanno parte di un’unica categoria?
Categorie, classificazioni, teorizzazioni: bisogni primari, secondari, collettivi, individuali. Già! Ma nulla mi aiuta a capire veramente cosa mi serve adesso.

Mi sento insofferente e stanca. Stanca dell’ambiente che mi circonda e del suo modo di non ragionare. Stanca di lavorare pensando che qualora non riuscissi a trovare risultati interessanti per il mio studio e a pubblicarli, il medico finanziatore potrebbe non pagarmi per i prossimi mesi. Stanca di non avere un ruolo ben definito, ma di dovermelo sempre costruire a fatica. Stanca di non essere nel posto giusto, al momento giusto. Stanca di seguire conoscenze e passaparola per poter sperare di trovare un lavoro ordinario. Stanca di ... In effetti sono proprio stanca. Un viaggio mi farebbe proprio bene.

Un viaggio? Ma è questo di cui ho veramente bisogno? No, un viaggio adesso non gioverebbe molto. Un viaggio dà maggiori benefici ad un apparecchio in funzione, attaccato ad una postazione fissa, che lo si stacca per evitare il surriscaldamento. Ma al momento assomiglio ad un apparecchio che, staccato dall’adattore, sta lavorando con la propria batteria interna e che cerca una posizione dove attaccarsi prima che finisca la propria autonomia. Il viaggio non farebbe che ridurre la mia autonomia. E inoltre, distratta dal pensiero dell’adattatore, finirei per non apprezzare i benefici del viaggio. Un viaggio sarebbe anche utile se dovessi prendere una decisione.

A volte si sente l’esigenza di guardare all’esterno per trovare una risposta interna. Ma al momento le mie decisioni le ho già prese e per sostenerle sento l’esigenza di guardare all’interno per trovare una risposta esterna.

Ma allora non mi gioverebbe trasferirmi di nuovo? Un altro paese, un altro luogo dove vagare per attaccarmi ad una presa. Un altro luogo dove poter trovare una risposta esterna. Forse mi gioverebbe. Ma se sono tornata a casa, un motivo c’è. Ho bisogno della mia casa, di potermi esprimere usando la mia lingua, di frequentare i miei amici, di poter garantire la mia disponibilità alle mie sorelle in caso di necessità. Però mi sento stanca ... stanca nella mia casa, nella mia situazione, stanca per organizzare visite, uscite ... Cosa mi succede? Di cosa ho veramente bisogno? Mi gira la testa. Sarà la confusione mentale. Mi calmo, va meglio. Riesco a gestirmi. Ma c’è una spada che mi trafigge l’addome. Cos’è? Ho bisogno di una diagnosi. Ho bisogno di cure.

E così a volte si crede di aver bisogno dell’ospedale, quando si necessita di un viaggio, altre volte si crede di aver bisogno di un viaggio e invece si necessita dell’ospedale. 

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