Dietro ciò che gli altri percepiscono come un nostro vizio,
una nostra mancanza, un nostro errore, un nostro atteggiamento scorretto, si
nasconde spesso qualcosa che per noi è troppo
complicato da spiegare. E pertanto evitiamo di parlarne.
“È TROPPO COMPLICATO! L’altro non potrebbe capire” pensiamo.
Ma di fatto è solo un alibi per rinchiuderci nel silenzio, custode di quel
qualcosa che di fatto è TROPPO COMPLICATO e che non abbiamo capito nemmeno noi.
E piuttosto che provare a capire e a parlare di quel
qualcosa troppo complicato spesso
si appare come incapaci, scorretti, viziosi e persino sbagliati. Eppure l’unico
sbaglio è soltanto quello di non voler scoprire questo troppo complicato e di tenerlo dentro una fortezza inespugnabile che impedisce di liberarcene come
in realtà vorremmo, però ci rassegniamo che sia troppo complicato da stanare.
Devo ammettere che tutto il tempo trascorso in cui non ho
pubblicato un post ha nascosto qualcosa di TROPPO COMPLICATO per esser rivelato.
Comunque di fatto non ho mai nascosto nulla e ne ho parlato
con le persone interessate, che potevano cercare di aiutarmi a capire questo troppo complicato. Ma ciò che ne ho
percepito è che non tutti vogliono ascoltare e capire il tuo TROPPO COMPLICATO
e pertanto non sono in grado di aiutarti. E poiché tu sei stato sincero e
trasparente a metter in evidenza il tuo TROPPO COMPLICATO non possono certo pensare
che tu sia scorretto ed allora sorvolano la questione, facendo finta che non
sia successo nulla perché troppo
complicato poterla riconoscere e accettare.
Ed allora anche io ho reagito così, facendo finta che quel TROPPO
COMPLICATO non esistesse e non sia mai esistito. “Se, pur facendolo notare, gli
altri fan finta di non vederlo, allora perché dovrei vederlo anche io? E perché
dovrei parlarne?” E perciò ho cercato di ignorare quel TROPPO COMPLICATO.
Ci sono riuscita. Un anno pieno di impegni, senza più l’esigenza
di analizzare ciò che ho dentro.
“Qualcosa di TROPPO COMPLICATO da dichiarare? No grazie” E
sono andata avanti così, pensando andasse tutto bene. Ed è stato tutto perfetto
o quasi: famiglia, lavoro, salute (questa un po’ meno, perché non sono riuscita
ad evitare di andare dal medico in casi estremi, ma almeno ho scampato la “maledizione”
anestetica degli anni passati, forse perché appunto ho cercato stavolta di
evitare di tirare fuori i miei malesseri tranne i casi, appunto, di pronto
intervento).
Però dall’inizio dell’anno questo TROPPO COMPLICATO si è
rifatto sentire non appena mi sono fermata e ne ho sentito il peso. Non appena
ho detto no ad extra lavori, impegni o qualsiasi cosa che mi distogliesse dal
pensiero del TROPPO COMPLICATO.
No, non posso ignorare il mio TROPPO COMPLICATO.
Ignorarlo, vuol dire staccarmi dal mio essere interiore. Ignorarlo vuol dire
continuare ad andare nella stessa direzione, senza capire dove voglio
arrivare. Ignorarlo vuol dire vivere una vita all’apparenza perfetta, ma che
nasconde all’interno un vuoto TROPPO COMPLICATO per essere visto, ma che c’è.
Ignorarlo vuol dire evitare di risolvere i problemi all’origine ed andare
avanti con la speranza che non degenerino e che nessuno ne noti le conseguenze.
Ed è per questo che mi ripresento. Analizzare e parlare del TROPPO
COMPLICATO è l’unico modo per liberarsene e non spegnere la luce della consapevolezza.
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