Lasciate il bambino libero di esprimersi, vi
sorriderà.
Lasciate il bambino libero di esprimersi, vi
ringrazierà.
Lasciate il bambino libero di esprimersi, vi mostrerà
il suo mondo.
Lasciate il bambino libero di esprimersi, vi mostrerà
la vita.
Potrei anche aggiungere lasciate il bambino libero di
esprimersi e vi farà dormire, cucinare, uscire, insomma vivere. Non
soffocate il pianto del bambino, ma ascoltatelo e capirete qual è il
problema.
Lasciando libera mia figlia, che in “arte materna”
chiamo Ganga, ho capito veramente il suo mondo e il suo ritmo. Dorme
di notte, nove/dieci ore di seguito. Di giorno però non resiste per
più di due ore senza mangiare. E' incredibile come sappia
autoregolarsi. Mangia più o meno la quantità che dovrebbe mangiare
in base al suo peso. Se ad un pasto mangia meno, recupera nel
successivo. Mangia con grinta e non più con estrema lentezza. A
volte ancora piange o si agita davanti al biberon, forse perché teme
di essere costretta a dover finire. Ma poi riesco a calmarla.
Non
sono riuscita più ad allattarla naturalmente. Ho perso il latte
anche grazie agli orari imposti. Ci sono stata malissimo. Ma ho
cercato di non abbattermi, di non sentirmi una madre di serie B, solo
perché non posso permettermi di “boicottare” le multinazionali
del latte.
In fondo non è il latte a fare la mamma, anche se il
latte che fa la mamma è più buono.
L'allattamento può essere una relazione anche con il
biberon, a patto che sia sempre la madre a farlo.
Il bambino infatti cerca comunque conforto o vuole
riposare dopo aver mangiato. Nessun bambino piange, mangia e poi
dorme senza trovare conforto nel seno materno. E se non c'è il seno,
le coccole, gli sguardi, le carezze e i baci sono degli ottimi
sostituti.
Quindi non bisogna “piangere sul latte
artificiale”, ma darsi da fare per far sentire il calore materno
aldilà del biberon. Se ci si lascia deprimere, ci si allontana dal
bambino. Se ci si lascia deprimere, non si riesce a dare quell'amore
che il bambino cerca. Occorre concentrarsi sul bambino e su ciò di
cui ha bisogno e non sui problemi personali. Non è facile, ma è il
bambino stesso a dare la motivazione.
L'amore che si prova è più forte di qualsiasi altra
cosa.
Non voglio dare consigli. Solo constatare che
la natura prevale. Non inquinatela e vivrete in maniera sana. Non
sfruttatela e vi darà buoni frutti. Rispettatela e lei rispetterà
voi. Curatela e lei fiorirà. Lo stesso discorso vale con i bambini.
E con questo (forse) mi prendo di nuovo una pausa. Vi
lascio con una riflessione sulla felicità. Sono felice con mia
figlia, ma in fondo ero felice anche prima e sarei stata felice anche
senza figli (anche se, dal momento che ho una figlia, non sarei felice
senza di lei). Infatti, cito Tolstoj “La felicità non dipende
dalle cose esterne, ma dal modo in cui le vediamo.” Pertanto la
felicità non dipende dall'avere o meno un figlio, ma dalla nostra
percezione di felicità e dall'idea che abbiamo di essere genitori. La nostra
testa è veramente ciò che ci consente di essere felici. E adesso la
mia testa ha come pensiero principale la bimba.
In definitiva, non sono i figli a rendere felici, ma è la soddisfazione di sentirsi genitori. Pertanto se si educano i figli come non si vorrebbe, ci si può sentire infelici.
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