Vedo la società degenerare e sono contenta di poter morire prima che si autodistrugga.
Però poi penso a mia figlia e son triste per lei che dovrà vivere in "condizioni sociali" peggiori di quelle in cui ho vissuto io. Tuttavia lei è nata in questa epoca e in fondo non ne conosce una migliore o una diversa. Per lei esiste solo la situazione attuale e ne percepisce la gioia di viverci.
Probabilmente è troppo piccola per rendersene conto. Anche io alla sua età non conoscevo la cattiveria, l'ipocrisia e quant'altro. Non pensavo che le persone potessero agire diversamente dai propri reali intenti, che credevo nobili per natura o maturazione interiore.
Non appena ho iniziato a percepirne i vizi allora ho cominciato a pensare che forse anche i tempi stavano cambiando e sono partita da lì per valutarne il peggioramento. L'epoca in cui ero nata per me era la guida, il punto di partenza. Mentre forse mio padre percepiva l'inizio degli anni ottanta come l'inizio di un processo di distruzione dopo la ricostruzione del dopoguerra. Quindi anche mio padre, ad un certo punto della sua vita, ha percepito la degenerazione della società e la preoccupazione per il mio futuro.
E allora concludo che tale degenerazione in fondo è solo una distorsione della percezione sociale, una deviazione dall'epoca in cui siamo nati, una sorta di disillusione da un mondo incantato che è la realtà che abbiamo visto quando siamo nati.
Quindi di fatto più che di degenerazione si tratta di cambiamento che si percepisce in termini negativi dal momento in cui si cresce, o peggio, si invecchia. Quando si è piccoli si pensa: "ma come facevano prima a vivere senza quello o questo?". Quando ci si rende conto che i tempi cambiano allora si pensa: "però era meglio quando si viveva senza queste nuove cose. Se ne apprezzavano altre."
Il fatto è che l'epoca in cui siamo nati è il nostro punto di partenza, è la nostra guida, ogni deviazione da esso fa paura ed è percepito negativamente. E dal momento in cui si percepisce che la società è un ammortizzatore sociale degli istinti animali individuali, ad ogni suo cambiamento si teme per la sua rovina. Se si evolve la società l'uomo cambia marcia o mette il freno. L'uomo guida, in funzione delle direttive sociali.
E se la società ci dirige verso la disumanizzazione, solo ribellandoci ad essa resteremo umani. Ma in fondo non ci sarà mai una vera autodistruzione sociale perché la degenerazione è soltanto una percezione soggettiva e se la società va alla deriva, troverà un modo per stabilizzarsi. E' soltanto che io non vorrei seguire la sua rotta.
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