Finchè c’è vita c’è ... bisogno. Eppure capire e soddisfare i propri
bisogni non è così semplice.
Sembra banale rispondere alla domanda: “Di cosa hai veramente bisogno?” Ma
la risposta non è immediata. Ho bisogno di tante cose, ma se dovessi sceglierne
una, quale sceglierei? E sarà vero che ho bisogno di tante cose oppure queste
tante cose in realtà fanno parte di un’unica categoria?
Categorie, classificazioni, teorizzazioni: bisogni primari, secondari,
collettivi, individuali. Già! Ma nulla mi aiuta a capire veramente cosa mi
serve adesso.
Mi sento insofferente e stanca. Stanca dell’ambiente che mi circonda e del
suo modo di non ragionare. Stanca di lavorare pensando che qualora non riuscissi
a trovare risultati interessanti per il mio studio e a pubblicarli, il medico
finanziatore potrebbe non pagarmi per i prossimi mesi. Stanca di non avere un
ruolo ben definito, ma di dovermelo sempre costruire a fatica. Stanca di non
essere nel posto giusto, al momento giusto. Stanca di seguire conoscenze e
passaparola per poter sperare di trovare un lavoro ordinario. Stanca di ... In
effetti sono proprio stanca. Un viaggio mi farebbe proprio bene.
Un viaggio? Ma è questo di cui ho veramente bisogno? No, un viaggio adesso
non gioverebbe molto. Un viaggio dà maggiori benefici ad un apparecchio in
funzione, attaccato ad una postazione fissa, che lo si stacca per evitare il
surriscaldamento. Ma al momento assomiglio ad un apparecchio che, staccato
dall’adattore, sta lavorando con la propria batteria interna e che cerca una
posizione dove attaccarsi prima che finisca la propria autonomia. Il viaggio
non farebbe che ridurre la mia autonomia. E inoltre, distratta dal pensiero dell’adattatore,
finirei per non apprezzare i benefici del viaggio. Un viaggio sarebbe anche utile
se dovessi prendere una decisione.
A volte si sente l’esigenza di guardare all’esterno per trovare una
risposta interna. Ma al momento le mie decisioni le ho già prese e per
sostenerle sento l’esigenza di guardare all’interno per trovare una risposta
esterna.
Ma allora non mi gioverebbe trasferirmi di nuovo? Un altro paese, un altro
luogo dove vagare per attaccarmi ad una presa. Un altro luogo dove poter
trovare una risposta esterna. Forse mi gioverebbe. Ma se sono tornata a casa,
un motivo c’è. Ho bisogno della mia casa, di potermi esprimere usando la mia
lingua, di frequentare i miei amici, di poter garantire la mia disponibilità
alle mie sorelle in caso di necessità. Però mi sento stanca ... stanca nella
mia casa, nella mia situazione, stanca per organizzare visite, uscite ... Cosa
mi succede? Di cosa ho veramente bisogno? Mi gira la testa. Sarà la confusione
mentale. Mi calmo, va meglio. Riesco a gestirmi. Ma c’è una spada che mi
trafigge l’addome. Cos’è? Ho bisogno di una diagnosi. Ho bisogno di cure.
E così a volte si crede di aver bisogno dell’ospedale, quando si necessita
di un viaggio, altre volte si crede di aver bisogno di un viaggio e invece
si necessita dell’ospedale.
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