“Your home? Uhh! It's miles away!”
“Thank you very much, indeed.”
Quando vivi in un Paese straniero credi di avere due lingue per
esprimerti: quella del cuore e quella del culo. Quella del cuore è
la tua lingua madre: le sue parole ti sembrano frutto del cuore, di
ciò che senti, della tua natura. Parli, e anche senza la tua volontà
dici delle cose istintive, ma di senso compiuto. Invece la lingua del
culo è frutto della fortuna che hai per averla imparata. Le sue
parole però ti sembrano scoregge se non è il pensiero a
controllarle. Se ci si esprime con la lingua del culo non ci si può
adagiare sulla poltrona e parlare: occorre muoversi, attivarsi e
attivare il cervello, mostrare le proprie abilità, esercitarsi e per
padroneggiarla bisogna mischiarsi tra la gente, capire la loro
cultura, studiare le loro espressioni, interagire con loro. Con la
lingua del cuore invece tutto risulta più semplice. Si può star
seduti e parlare. Tutto prende forma, tutto assume un senso. Tutto si
può risolvere stando semplicemente lì, dove si è. Non facendo
nulla, si può continuare a vivere e mantenere la propria posizione.
Con la lingua del cuore ci si sente già sicuri e preparati,
perdendo talvolta la motivazione per migliorare le proprie capacità
espressive nel linguaggio quotidiano. Con la lingua del culo invece
ci si sente insicuri, ma spesso è proprio questo ciò che spinge a
migliorare le proprie capacità espressive per sentirsi più
integrati nell'ambiente lavorativo o nella società.
“Miles away?” Non c'è nulla che può alleviare le tue pene
come l'umorismo inglese. Di sicuro il passante voleva scherzare,
visto che mi ha visto smarrita. Mi ritrovai a camminare in una sorta
di tangenziale, al buio, con le auto che sembravano venirti addosso.
Come ci ero finita, non lo sapevo. Soltanto curiosità. Avevo
esplorato un posto nuovo. Volevo tentare una scorciatoia, ma mi ero
persa. Era da poco che avevamo traslocato in quella zona. Prima
vivevamo in una casa in condivisione al Sud di Londra. Ricordo il
trasloco: saranno stati circa una decina di viaggi sui bus londinesi
con borsoni stracarichi, in mezzo al traffico. Tutto questo per
evitare la comodità di chiamare un camion per i traslochi. Eppure
era bello vedere che lì la gente sembrava pensarla come te, anche se
non è bello avere tutti la stessa idea allo stesso momento nello
stesso bus. C'è persino uno che trasporta un carico di banane! Ma
dove va?
Ciò che mi manca di più di vivere fuori dall'Italia non è uno
stipendio adeguato, ma lo spirito di vivere ogni momento con
curiosità, la possibilità di avere grilli per la testa e di potermi
permettere di saltare con loro. Ovviamente bisogna premettere, che
senza quello stipendio non avrei potuto permettermi di saltare
insieme ai miei grilli. Ma non bisogna mai confondere i fini con i
mezzi. E il denaro non è uno dei miei fini, anche se senza mezzi non
potrei avere fini.
Di fatto non ho abbandonato quello spirito di avventura e di
curiosità da quando sono tornata in Italia. Il problema è che
questo spirito non è ben accetto in questo Paese. Qua nulla è più
temuto di chi vuol cambiare. Non è concepibile che tu possa fare un
lavoro diverso soltanto per curiosità, per sperimentare nuove
mansioni, per metterti alla prova sviluppando nuove abilità. No, non
è concepibile. E nemmeno è concepibile che si voglia lavorare per
un po', poi prendersi un anno sabbatico, pur in assenza di problemi
esistenziali, e ricominciare, senza subire “penalità” sul
curriculum e senza venire mal giudicati. Inoltre è una delusione
quando vedi che nel tuo Paese non ci sono né speranza, né futuro.
Certo, finché si lavora si ha l'illusione che tutto sia sotto
controllo e che prima o poi la situazione cambi. Di fatto si pensa
così perché si è troppo assorti nella propria attività per
pensare oltre. Anche io adesso mi sto illudendo, col mio piccolo
lavoro e nella mia piccola isola.
Ma poi quando mi fermo a pensare o cammino per la strada, ho
l'impressione di non essere mai tornata da Londra, ma nemmeno di
essere mai partita. Cammino e non vedo i passanti, mentre a Londra
camminavo e i passanti non vedevano me. Dove sono?
Forse aveva ragione quel passante.
“Miles away. My home is miles away.”
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