"Se fossi in te uscirei prima". "Se fossi in te non verrei in ufficio domani".
Da sola avrei esitato, ma se lo dice lui non me lo faccio ripetere due volte. Vado al Luna Park, mentre gente rimane in ufficio.
E' Lucignolo che ha deciso, anche se Pinocchio era indotto in tentazione. Ma se Lucignolo fosse il tuo capo?
"Non so come tenerti occupata, quindi non vedo perche' devi stare in ufficio a fingere di lavorare".
Ha assolutamente ragione. Perche' rimanere a scaldare la scrivania, visto che agli inglesi il calore non piace nemmeno, anzi, spaventa?
Quello che invece obietto e' il perche' non sappia come tenermi occupata ed il perche' ha assunto una risorsa che lascia inutilizzata.
Mi chiedo anche perche' abbia un computer "superpotente" che neanche sfrutta, parcheggiato nella scrivania e dimenticato. Come siamo simili io e quel computer: facciamo parte di un budget di spesa che teoricamente dovrebbe costituire un investimento, ma di fatto e' un consumo, o peggio, uno spreco.
"Mi sono accorta che quest'anno il carico di lavoro che ti ho affidato era un po' esiguo." Meno male che ha avuto il buon senso di accorgersene.
"Non esistono pasti gratis in economia", diceva sempre una mia professoressa all'Universita'.
Eppure di fatto la mia paga ed il mio ruolo non sono stati direttamente proporzionali al mio carico di lavoro.
In Italia di sicuro mi avrebbero assunta a progetto per tre o al massimo quattro mesi, pagandomi non piu' di un terzo di cio' che ho percepito. Certamente a Londra la vita e' cara e i prezzi delle case e dei trasporti non sono paragonabili a quelli italiani.
Ma, sinceramente, il pane, o meglio il sandwich, non me lo sono sudata. Anzi, mi sono quasi sentita una mantenuta.
Una situazione del genere e' piuttosto anomala e passeggera ed e' anche questa la ragione che mi ha spinto al rifiuto del rinnovo del contratto.
Infatti mi vergogno ogni volta che esco per andare a fare shopping o a bighellonare invece di lavorare.
"Lucignolo dice che si vive una volta sola": e' il motivo che induce Pinocchio a seguire il compagno e a giustificarsi di fronte al Grillo Parlante, l'Adulto.
Ma se il Grillo Parlante e' Lucignolo stesso, si rischia ancora di diventare somari?
Perche' dovrei vergognarmi se sono dalla parte della legge? Sono una dipendente e ubbidisco al capo anche se mi dice che la giornata di lavoro e' conclusa, o se non lo dice e' implicito che posso uscire, avendo finito di eseguire cio' che mi aveva chiesto.
Ma e' giusto percepire una paga "fulltime"?
Non sempre cio' che e' legale e' giusto o viceversa. Altrimenti non si spiegherebbe l'esistenza di alcuni privilegi.
Occorre sottolineare che posso vantare la mia posizione ed il privilegio di quella paga soltanto grazie al possesso del titolo di dottore di ricerca, privilegio che in Italia non esiste.
Non c'e' da dubitare che abbia ottenuto il titolo per merito e quindi e' giusto poter vantare tale privilegio. Ma e' altrettanto giusto mantenere tale concessione se il lavoro lo richiede per immagine e non per sostanza?
Il mio capo comincia a dubitarne ed anche per questo non sembra intenzionato ad assumere, nel breve periodo, un'altra persona che mi sostituisca. Ma se avessi voluto rimanere, non avrebbe potuto negarmi tale beneficio. Ma non voglio costituire la causa di ulteriori sprechi. Certamente preferisco la vergogna di uscire prima, rispetto alla noia di stare in ufficio senza far nulla. Ma se posso, vorrei evitarle entrambe.
La vergogna nasce dall'immagine esteriore che l'Altro percepisce. La noia invece nasce e vive dentro di te. Ciascuna puo' rovinare la propria vita, a seconda dell'importanza che si attribuisca all'immagine o alla sostanza.
Se la vergogna e' influenzata dalla societa', la noia e' un sentimento spontaneo, ma entrambe sono sensazioni soggettive.
Pertanto evito di considerare il giudizio dell'Altro e supero la vergogna, uscendo tranquillamente, lieta per poter sfruttare il mio tempo libero.
Lucignolo ha ragione: si vive una volta sola, anche se la mia deformazione intellettuale mi allerta sul fatto che, con le attuali prospettive di vita e di pensione, finche' c'e' vita c'e' lavoro, o meglio, finche' c'e' vita, ci sara' da lavorare.
Ma ora sono al Luna Park. Ecco il paese dei balocchi. L'atmosfera e' pre-natalizia e c'e' anche la fiera di bancarelle. Non sono l'unica a quanto pare. Sento per caso la conversazione telefonica di una signora e capisco che anche lei e' li' per via del suo Lucignolo.
Non ci sono grilli parlanti, ma c'e' una renna parlante, che non dice nulla di antipatico, ma invita tutti a divertirsi. "Vengano (o piu' contestualmente "venghino") signori e signore nel paese dei balocchi".
Incredibile! Sembra vera! Muove gli occhi, apre la bocca, altro che marionette di legno. La minaccia di Mangiafuoco ormai e' obsoleta.
Divertiamoci finche' possiamo, godiamoci i nostri privilegi, approfittandone, ma essendo consapevoli che non dureranno molto e che prima o poi arrivera' il momento di pagare i conti. Pertanto deciderne il momento, offrendoci spontaneamente all'oste, ci evitera' maggiori danni.
Sorrido, mi rilasso, conscia di voler pagare i conti ritornando in Italia, dove non apparterro' piu' ad una casta privilegiata, ma potro' guardarmi allo specchio, senza vedere allo stesso tempo Pinocchio ed il Gatto, complice con la Volpe per aver sottratto gli zecchini d'oro dell'azienda che li aveva sepolti credendo di vederne un giorno l'albero.
Non avro' piu' il biglietto per visitare il paese dei balocchi. Ma aldila' dei giochi, non e' forse il sogno di Pinocchio diventare un giorno un adulto vero, seguendo la strada del babbo Geppetto che ha fatto tanti sacrifici per farlo andare a scuola?
Mi ha fatto ridere l'immagine dell'azienda che semina gli zecchini d'oro! La cosa piu` (amaramente) divertente e` che qualcuno, ad un certo punto, avra` fatto una riunione, e proposto un budget. Gia` mi immagino: "ho letto un'ottima review sul Campo dei miracoli. Mi sembra un buon posto per sotterrarci i soldi...". Vabbe', non sara` andata *proprio* cosi`, spero.
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