“Solo
chi investe denaro può cambiare il mondo. Ogni filosofia è
fantastica, ma alla fine ciò che consente di poter cambiare è la
disponibilità economica.
Se
puoi cambiare mestiere significa che puoi permetterti di acquisire
altra formazione. Se puoi cambiare atteggiamento, significa che non
sei schiavo delle abitudini, delle contingenze. E non avere abitudini
costa, non solo in termini sociali, ma anche economici. È
inutile negarlo. Tuttavia, non bastano i soldi a cambiare il mondo. I
soldi non sono nulla senza una buona strategia di investimento.
Teoricamente,
una persona sconosciuta potrebbe, con il suo talento o con il suo
esempio, cambiare il mondo, diventando famoso tramite il passaparola
e venire da tutti emulato. Di fatto, è praticamente impossibile.
Ormai, si vive in rete, dove tutti hanno la possibilità di farsi
vedere, ma paradossalmente, nessuna visibilità. Si è persino
arrivati ad un punto che non si è nemmeno visibili fisicamente, per
la strada, perché tutti hanno sempre e solo lo sguardo rivolto a
quello schermo. Per essere visibile in rete, devi investire una
quantità notevole di risorse, traducibili in denaro. Perciò, dare
un contributo alla società, significa far soldi e investirli nel
cambiamento. Qualsiasi impresa, anche non a scopo di lucro, deve
sempre reperire soldi.
Non
cambierai mai il mondo con un blog, a meno che non diventi virale.
Avresti bisogno di troppe persone che ti apprezzano, che ti seguono e
che seguano il tuo esempio.”
“Schwanden,
i soldi possono portare i fan, gli ammiratori. Ma una teoria di
credenti, non significa necessariamente una teoria di praticanti.“
“Allora,
se vuoi i praticanti, gli esecutori, devi far politica e anche lì
serve il gruzzolo.”
“Schwanden,
puoi avere tanti soldi, governare e farti obbedire, ma in politica il
denaro crea solo praticanti e non credenti.”
“La
tua mania della sostanza non ti conduce da nessuna parte. In fondo
non è reale ciò che è reale, ma ciò che appare reale. E i soldi
rendono tutto reale.”
“L'apparenza
non conduce ad un vero cambiamento, ma ne è solo un abbaglio. E
prima o poi se ne scopre il trucco.”
“E
allora viviti la tua vita di sostanza senza alcuna visibilità.”
“Stupefacente.”
“Per
quella sostanza ti serve tanto denaro.”
“Schwanden!!
Se io oggi dono 500 € ad un poveraccio, che vive ogni giorno di ciò
che trova e che consuma, credi che egli sia capace di mettere da
parte quei soldi? Niente affatto. Cercherà di spendere il denaro il
più velocemente possibile, perché non è avvezzo ad un avanzo di
soldi da risparmiare, e tornerà presto alla sua vita di prima, a cui
è abituato. Infatti chi vive senza soldi, non concepisce una vita
con i soldi, a meno che non diventi consapevole di questa
possibilità. In questo caso, egli saprà esattamente come trarre
giovamento dal denaro, una volta ricevuto. Il denaro può essere un
input, ma se non sei recettivo o non ne sei consapevole, l'input non
porterà a nessun output.
D'altro
canto, se doni soldi ad una persona che è abituata a risparmiare, non
lo induci a spendere solo perché adesso ha più soldi a
disposizione. Egli è abituato ad accumulare e non a spendere, e
quindi terrà da parte anche quel denaro perché non conosce
alternativa.“
“Considera
che è solo una questione quantitativa. Oltre una certa soglia di
denaro, il povero non sarà più povero e l'accumulatore inizierà a
spendere, rischiando di non essere più ricco. Ed ecco il
cambiamento, in concreto. Cosa importa di ciò che accade dentro le
loro teste? Se per te il cambiamento è qualcosa di intangibile, di
fatto non sei lontano dall'apparenza, visto che non lo puoi toccare
con mano.”
“Schwanden,
la maggior parte delle persone esamina solo gli effetti. A me
interessano le cause.”
“Chi
studia il mondo non può viverlo. Puoi studiare il passato, ma non il
presente. Ciò che leggi oggi, domani non è più attualità, ma
storia. E allora puoi analizzarlo. Infatti oggi puoi vedere soltanto
gli effetti, domani capirne le cause. Cercare le cause significa
guardare al passato per migliorare il futuro. Se vivi il presente,
non ti importa del domani, e quindi delle cause. Se vivi il presente,
ti preme solo l'apparenza, perché l'apparenza non si cura del
futuro. Ma tu nel futuro non esisterai.”
“E'
vero, ma non voglio vivere nell'abbaglio dell'apparenza.”
“Ma
vuoi far qualcosa per cambiare le cose.”
“Già,
solo che ci sono troppe cose da cambiare. In Italia ci ho provato, ma
nell'ultimo periodo ho avuto la sensazione di essere in un posto dove
ciò che preme, in qualsiasi ambito lavorativo e no, è sopravvivere.
Quindi, come si può investire tempo e denaro nel poter migliorare
qualcosa se la gente si preoccupa solo di poter andare avanti
esattamente allo stesso modo? E' l'analogo dell'esempio di prima, di
donare dei soldi ad uno che vive di espedienti sperando che metta da
parte il denaro per cambiare vita. D'altro canto anche qua in
Svizzera trovo difficile apportare un cambiamento. Qua si ragiona per
efficienza, per profitto. Se proponi qualcosa che sia più efficace,
ma più costoso in termini di tempo e denaro, e quindi meno
efficiente e incerto negli introiti, difficilmente qualcuno lo terrà
in considerazione. A nessuno interessa cambiare se ognuno crede di
vivere in un mondo dove tutto funziona. Anche in questo caso,
l'importante è andare avanti esattamente allo stesso modo che
funziona, non importa se esistono altre possibilità migliori o
diverse. Il ricco e il povero, in fondo si comportano allo stesso
modo. Lo stress di non scendere sotto il livello di sopravvivenza
l'uno, e sotto il vertice l'altro, li rende ciechi, non vedenti ogni
altra possibilità. Li compatisco entrambi, come compatisco me
stessa, in passato, quando miravo soltanto all'eccellenza scolastica
e accademica.”
“Però
la sostanza ti rende cieca, non vedente l'apparire.”
“L'apparenza,
vuoi dire. Di fatto credo di poter veder oltre.”
“Ma
ciò ti rende cieca, o meglio sorda, al suono del denaro.”
“Non
è mai stato il mio obiettivo di vita.”
“E
allora cambiare il mondo non sarà mai il tuo obiettivo di vita. Tu
di fatto non vuoi cambiare le cose, ma solo introdurre
consapevolezza.”
“E
ti pare poco? È dalla consapevolezza
che viene generato il cambiamento.”
“Secondo
me fai più danno alla società, per esempio, se fai in modo che le
persone smettano di lavorare perché acquisiscono la consapevolezza
di essere sfruttate, piuttosto che dare lavoro a tante persone che
non si sentono affatto sfruttate.”
“Schwanden,
solo se le persone sfruttate ne prendono consapevolezza, le loro
condizioni di vita potranno cambiare in senso a loro favorevole.
Analogamente, un altro esempio, è l'inizio della guarigione, dal
momento che si diventa consapevoli che una malattia è dovuta al
proprio errato stile di vita. La consapevolezza però non è solo
semplice conoscenza, ma è presa di coscienza.”
“In
ogni caso potresti creare tu una realtà dove la gente non venga
sfruttata. Ci sono molte aziende così.”
“Già,
ma un'azienda, deve far fronte alla concorrenza. Si può partire
avendo tutte le buone intenzioni, ma di fronte allo stress di
sopravvivere, o di mantenere la posizione al top, si diventa ciechi,
perdendo di vista i propri ideali. Anche se non si sfrutta nessuno,
si resta comunque abbagliato dalla luce competitiva. Non vorrei
percorrere quella strada, ma mi rendo conto che qua in Svizzera la
sanità è un business. Lo sai, Schwanden, del progetto che ho in
mente per cercare di migliorare perlomeno il rapporto umano tra
paziente e medico. L'unico modo per conseguirlo, sarebbe quello di
convincere i dottori che aumentando la comprensione del paziente di
fatto aumenta il loro profitto. Perché, effettivamente, se un
paziente non viene capito si rivolgerà ad un altro dottore. La
questione, Schwanden, è la seguente: ha senso fare business, al fine
di seguire i propri ideali, pur non essendo business-oriented?”
“Forse
no, ma non dubito che potresti cavartela. Credevi che le materie
quantitative fossero lontane dalla tua predisposizione e intanto hai
un dottorato in statistica e matematica applicata e continuano a
pagarti per le tue analisi e richiedere la tua consulenza. Credevi
che la famiglia fosse lungi dalla tua natura indipendente e hai una
figlia che abbracci e sbaciucchi in continuazione. Non mi stupirebbe
se riuscissi pure a fare business. La vita è piena di contraddizioni
...”
“Schwanden,
non sono io ad avere contraddizioni. È soltanto che non mi pongo
nessun limite e di fatto non rientro in nessuno schema predefinito.
Ma ciò che indirizza le mie scelte sono i miei valori. E in effetti
le mie scelte, formative, professionali e familiari, sono state
dettate non dai miei impulsi e forse nemmeno dalle mie vere
inclinazioni, ma anche dall'esternalità positiva, dal valore
sociale, che le mie azioni avrebbero creato. Tuttavia ogni mia azione
segue il mio stile che non rientra in nessun modello. Perciò non
posso contraddirmi se non seguo regole comportamentali, ma mi
contraddirei se non seguissi i miei valori. Spesso non ho idee chiare
soltanto perché penso sia tutto possibile. Ma i miei valori sono
chiari”.