“Mia
madre diceva che io non passavo gli esami, li fumavo. Ridevo, e lei
precisava che li fumavo come se fossero sigarette. Credeva infatti
che per me fosse facile passare un esame e ottenere il massimo dei
voti. Adesso le risponderei: There's
no smoke without fire. Non
c'è fumo se non accendi il fuoco. E io di fuoco ne avevo, però anziché fumarmi solo l'esame, spesso mi fumavo anche il
cervello. Adesso rido se ripenso al mio comportamento passato. Avrei
potuto fumare con molta disinvoltura l'esame, mentre l'ossessione di
eccellere, di competere con me stessa mi faceva fumare la testa e non
solo.
Da
quando ho abbandonato questo atteggiamento, tutto sembra venirmi
incontro, tutto sembra facile, proprio come diceva mia madre. Mi
fumo tutto: la prova di tedesco, la gestione delle persone
contattate e di quelle da contattare, i colloqui di lavoro ...”
“Colloqui
di lavoro?”
“Già,
Schwanden, e, per ironia della sorte, lavorerò ad un progetto che ha
FIRE come acronimo. Ho contattato il responsabile dicendo che trovavo
il progetto molto interessante e gli ho proposto di integrarlo al
mio, quello di medicina narrativa di cui ti avevo parlato.
Il
responsabile mi ha risposto dicendo che al momento non prevede tale
integrazione, ma è rimasto colpito dalla mia iniziativa e mi ha
proposto di lavorare ai loro progetti.
Non
voglio fornire i dettagli, mi limito a dire che farò ricerca e
analisi statistica dei dati provenienti dai medici di base. Infatti,
a differenza dell'Italia, nei centri medici di base si svolgono
analisi di laboratorio, check up completi, elettrocardiogrammi,
ecografie, medicazioni, piccoli interventi, trattamenti
somministrati per endovena (flebo) … Perciò si possono ottenere
molte informazioni riguardo la salute dei pazienti. Il centro
universitario dove lavorerò si occupa di gestire in forma anonima e
centralizzata i dati provenienti da tutti i centri medici che
aderiscono al progetto.
Io
avevo proposto invano di introdurre i diari dei pazienti nei centri medici, ma ci
riproverò. Nel frattempo sto valutando anche altre possibilità. Infatti il lavoro che ho trovato mi occuperà praticamente un giorno alla
settimana. Quindi potrei tentare di portare avanti il mio
progetto con i possibili interessati che devo ancora incontrare.
In linea con i miei valori, non vorrei lavorare troppo per
non trascurare mia figlia. Per ora, continuerà ad andare al nido
solo due giorni interi alla settimana.
Comunque
non avevo alcun dubbio che, emigrando, nessuno avrebbe avuto
pregiudizi ad assumere una persona che è stata a casa più di due
anni per badare alla figlia. Qui è considerato ragionevole ed è
anche possibile trovare un lavoro, non solo part-time, ma anche
part-part-time, come il mio.
In
fondo, sai, il lavoro deve servirmi principalmente per darmi un
ruolo e valorizzarmi. Riguardo allo stipendio, non ho particolari
pretese. Quindi mi basterebbe lavorare tanto da compensare la spesa
per il nido di mia figlia.
Non bisogna aver nessuno scrupolo nel realizzare le proprie ambizioni
e/o la propria vita; se questi a volte non coincidono con le esigenze
del mercato, non bisogna certamente rinunciarvi e adeguarsi. Se nel
posto dove vivi non ci sono le condizioni per vivere come vorresti,
basta spostarsi. Il mondo è grande, offre diverse possibilità.
Certo, per trovare il luogo adatto ci vuole anche un po' di fortuna.
In mancanza, serve solo più tempo. E soprattutto costanza, nel
contattare persone, i diretti interessati o chi potrebbe aiutarti.
Tornando
al discorso che stavo facendo, ho abbandonato l'atteggiamento di chi
vuol riuscire ad ogni costo. E' vero che il fine è quello di
realizzare un obiettivo. Ma se pensi alla destinazione finale durante
il cammino, ti perdi il gusto della sfida, del viaggio, del percorso,
ti perdi il piacere: come se mentre fumi pensassi già al mozzicone
che getterai, l'unica cosa che di quella sigaretta rimarrà.
In
ogni caso, Schwanden, se le cose non devono riuscire per causa di
forza maggiore non riescono e basta, indipendentemente dal tuo
comportamento. Se vivi stressato o rilassato è vero che è più
facile ammalarsi nel primo caso, ma è anche vero che alla fine le
malattie si contraggono comunque. Ciò che veramente cambia è la
prospettiva con la quale si affrontano le vicende. Scegliendo lo
stile di vita di una persona non stressata, tutto diventa più facile
da sopportare.
Schwanden, non farti strane idee, la malattia era un
puro esempio. Mi è ancora oscuro cosa di fatto mi sia accaduto, ma
adesso non ho più ragione di andare dal dottore come paziente, e di continuare a
parlare di quella storia, visto che le ultime analisi erano perfette. "