Faccio una pausa dalla mia storia per riflettere su
soluzioni ecologiche per crescere i bambini, tema proposto dal
progetto di Bambino Naturale.
Penso sia veramente difficile fare considerazioni e comparazioni. Spesso infatti ci si nasconde dietro
credenze e ideologie per far fronte alla mancanza di corrette
informazioni, fondamentali nella valutazione dell'impatto ambientale
delle nostre abitudini.
Per esempio i pannolini lavabili. All'inizio pensavo di usarli anche io. Ma poi mi sono posta la seguente
domanda: “Se devo usare di più la lavatrice solo per i pannolini
sporchi, è vero che inquino di meno?” L'elettricità inquina, i
detersivi pure e se non uso la lavatrice a pieno carico può anche
darsi che inquini di più. E poi, ci sarà un numero di pannolini usa
e getta massimo al giorno il cui impatto eguaglia l'uso dei pannolini
lavabili? Diciamo che poi alla fine ho optato per quelli usa e getta,
in primo luogo per la praticità e poi perché non avendo un aiuto
domestico in casa non volevo sottrarre attenzioni alla bimba per un
lavoro in più di cui non è assicurato oggettivamente il minore
impatto ecologico (a questo punto rimanderei anche al link di Altroconsumo). Infatti quello che mi ha fermato è stato anche il dubbio di
riuscire a far asciugare al sole i pannolini nella stagione
invernale.
Penso che per ridurre al minimo l'impatto ambientale
occorra invece ridurre i consumi: comprare il minimo indispensabile
(e qui bisogna essere molto onesti con sé stessi e interrogarsi su
ciò di cui si ha veramente bisogno), riutilizzare gli oggetti se
ancora non sono rotti o funzionano, comprare articoli di seconda
mano, usare l'auto il meno possibile (in famiglia non la possediamo
nemmeno e ci spostiamo a piedi o usando i mezzi pubblici), fare le
pulizie usando la scopa manuale anziché l'aspirapolvere. Usare
l'aceto anziché i prodotti chimici è più salutare e riduce
l'impatto ambientale a meno che non se ne usi un litro per volta (al
posto di pochi spruzzi di prodotto chimico).
Anche usare salviette lavabili può non essere
ecologicamente migliore di quelle usa e getta, per le stesse ragioni
dei pannolini (io comunque uso raramente le salviette usa e getta,
limitandomi ad acqua e cotone).
Inoltre riparare e autoprodurre non garantiscono
risparmio ecologico. Dipende infatti dai prodotti impiegati. Per
esempio, se per riparare un vecchio gioco devo usare barattoli interi
di colla, questo può inquinare anche di più di comprarne uno nuovo.
Se evitare il “baby food” industriale è preferibile per la
salute del bambino, preparare le pappe con quinoa o cereali
provenienti dall'altro capo del globo potrebbe anche avere un impatto
ambientale superiore.
Discorso analogo nell'acquisto dei prodotti a km
zero. Se per acquistarli dal produttore facciamo km in auto, mentre
magari abbiamo il mercato rionale sotto casa, non è detto che
l'impatto ambientale sia minore.
In definitiva non dipende da cosa usiamo e compriamo,
ma come lo usiamo e in che quantità. E anche se usiamo un prodotto con parsimonia, per
il fatto che lo acquistiamo senza sapere quanto inquinamento c'è
dietro la sua produzione e la distribuzione, è difficile stabilire
se le nostre scelte siano davvero così ecologiche. Dovremmo avere
più informazioni trasparenti o essere ingegneri. In mancanza, si
cerca di colmare l'ignoranza con il buon senso individuale, che non deve lasciarsi
influenzare da etichette e luoghi comuni che ci assolvono dal pensare
se le nostre abitudini inquinino di meno, soltanto perché qualcuno
dice che sono scelte ecologiche.
Ringrazio tutte le altre blogger per i loro
contributi e per le loro scelte che condivido. Anche io autoproduco
il più possibile evitando sprechi, ma quando vado a buttare la spazzatura mi chiedo
sempre se posso migliorare, nei limiti delle mie possibilità. Spero che la mia riflessione si riveli utile. Tornerò presto a parlare di me (col permesso di mia figlia che ultimamente sta monopolizzando il mio tempo).